sabato 5 novembre 2011

Dalla bruma riappare la strega...

... che non era scomparsa ma solo rintanata nel suo antro a lavorare!
Sono stata "via" per mesi... non fisicamente, perché ero sempre dove sono ora, ma sono stata via con la mente e con il cuore. Indaffarata come non mai a realizzare un mio piccolo sogno.
Mi è stata data un'occasione e io ci ho messo tutta me stessa per realizzarla al meglio, lasciando da parte ago, filo, colori e tutto il resto.
E ora che ho "partorito" e consegnato il mio "bambino" in mani altrui mi sento un po' vuota. Sono stata per mesi tra libri e dizionari, sommersa da carte, appunti e post-it sparsi ovunque per non farmi scappare neanche una parola e adesso mi guardo in giro per casa e mi chiedo: da che parte comincio?
Per chi non lo sapesse... un anno fa ho lasciato un lavoro sicuro che però mi aveva portato alla depressione per riprendere le redini di un sogno iniziato e mai portato a termine. Mi ci sono ributtata a capofitto, credendoci con tutte le mie forze e finalmente ho colto il mio primo frutto. Ho ripreso a fare la traduttrice, un lavoro mal pagato, incerto, bistrattato eppure meraviglioso. E sono riuscita a tradurre il mio primo romanzo, che vedrà la luce l'anno prossimo.
Solo che ora, dopo mesi passati a digitare su una tastiera come una forsennata, per vincere la lotta contro la data di scadenza della consegna, mi sento veramente svuotata.
La casa è un disastro, sotto il letto non ci sono più gatti, ma tigri, ho ancora tutti i vestiti estivi da stirare e mettere via per il cambio di stagione, montagne di panni da lavare, strati di polvere in giro che per tirarli via non basta lo straccio ma ci vuole il badile... e non parliamo della valigia che ho usato per l'unica settimana di vacanza che mi sono concessa quest'estate... in parte è ancora da disfare.
Ma anche se il lavoro ha assorbito tutte le mie energie e mi ha lasciato il vuoto ora che non c'è più, sono felice. Felice come non ricordo di essere mai stata. Una felicità dovuta interamente alle mie capacità e alla mia costanza. E vabbè, anche a un pizzico di fortuna.
Molte creative che passeranno di qua forse non capiranno... ma forse invece sì. Perché è la felicità dovuta all'aver prodotto qualcosa con le proprie abilità, senza l'aiuto di nessuno.
E ora che ho finito devo riprendere da dov'ero rimasta. Ma con tutto il disastro che mi circonda e tutti i lavori da brava massaia che dovrei fare, non so da che parte iniziare. E così invece che tirar fuori l'asse e il ferro da stiro, o lo straccio e lo spazzolone, mi ritrovo a pensare ai miei lavori di ricamo lasciati in sospeso (a prendere polvere pure quelli!).
E penso che manca poco a Natale, e che vorrei almeno finire un ricamino prima delle feste.
Chissà, forse riempire il vuoto lasciato dal "mio" romanzo con le crocette è proprio quel che mi serve per ricaricarmi.

2 commenti:

Isobel -Argante- ha detto...

sisi... direi che ti capisco :-)))
bentornata, sono felice di sentirti.... FELICE!

Bisou

Kitchan ha detto...

Ero rimasta al vecchio blog fermo da aprile per cuinon ero al corrente della novità, altrimenti ti avrei fatto i miei complimenti e avresti visto quanto sono felice per te a Lucca.