venerdì 25 novembre 2011

Prima lezione di patchwork

Ah, che meraviglia! Oggi sono stata alla mia prima lezione del corso di patchwork!
Sono tutta elettrizzata, ho voglia di fare, cucire, tagliare, assemblare, combinare stoffe e colori... sono in piena frenesia da patchwork!
Al corso siamo solo in due, dovevamo essere 4, ma come spesso succede, all'ultimo minuto 2 non hanno confermato. Meglio così, abbiamo l'insegnante tutta per noi, una macchina da cucire a testa, tutto lo spazio per lavorare in libertà e soprattutto un'insegnate disponibile pronta a rispondere e tutte le nostre domande.
In sole due ore ho capito dove sbagliavo nei miei tentativi da autodidatta e imparato trucchetti che non avrei neanche mai immaginato per combinare quei fantastici pezzettini di stoffa in maniera impeccabile.
E ora mi scoccia solo non avere il tempo per esercitarmi a casa con quello che ho imparato!
Le stoffine che hanno scelto per il progetto del corso sono bellissime, verdi, marroni, beige e bordeaux, tutti i colori della terra in autunno che preferisco. Quando le abbiamo tirate fuori dal pacchettino del kit per il corso non credevo ai miei occhi! Temevo fosse una cosa fru-fru tutta rosa con gli orsetti e invece l'insegnante e la titolare del negozio hanno scelto proprio stoffine che incontrano i miei gusti. Che bello!
Abbiamo imparato a fare due quadrati base, il Nine Patch e il Rail Fence e devo proprio dire che se prima mi sembravano impossibili da fare, ora ho scoperto che in realtà sono semplicissimi!

Ed ecco qui i miei primissimi quadrati (foto orrida fatta col cellulare...):


Non vedo l'ora sia venerdì prossimo!

martedì 22 novembre 2011

Nuove imprese

Da anni sono affascinata dal mondo del patchwork. Mi sono pure comprata base da taglio, cutter a rotella, libri e riviste per imparare da autodidatta e non parliamo delle montagne di stoffine, acquistate solo perché mi piacevano, senza avere la benché minima idea di come le avrei utilizzate. Ho fatto anche qualche tentativo, ma con scarsi successi.
Ora ho scovato per caso questo angolino delizioso:


e d'impulso mi sono iscritta a un corso di patchwork!
Comincio venerdì, non vedo l'ora!
Impareremo le basi, come realizzare i quadrati tradizionali (log cabin, nine patch, ohio star ecc), e rifinire di retro e bordo una mini coperta.
Sono così elettrizzata! Da quando mi sono iscritta continuo a tirar fuori le mie stoffine sognando le cose meravigliose che vorrei realizzare. Me le guardo e riguardo abbindando disegni e colori solo per poi rimetterle via in attesa della prima lezione.
Il corso è comprensivo di materiali, ma non so ancora che stoffe hanno scelto, perché quando mi sono iscritta mi hanno fatto vedere una trapuntina a fantasie primaverili. Ora ne stavano preparando una più invernale. Spero mi piaccia. Ma sono sicura di sì, perché l'importante non sono i colori dell'oggetto in sè, quanto imparare le tecniche per farne tanti altri.
Mi spiace solo che il corso non sia iniziato prima, così magari per Natale avrei potuto realizzare regalini patchwork per tutti!


domenica 6 novembre 2011

Riprendere i fili in sospeso

Dopo tanto tempo è sempre un'emozione particolare riprendere in mano i lavori lasciati in sospeso.
Ci sono i ricami appena inziati, che a volte non ti ricordi neanche più perché li avevi scelti.
Ci sono i lavori quasi finiti, a cui manca veramente poco, ma che per chissà quale strana ragione ti sono venuti a noia e non hai la benché minima voglia di mettere quelle ultime crocette.
E ci sono altri lavori a vari stadi, accantonati per un motivo o per un altro, senza un reale perché.
Scegliere con quale ricominciare è sempre un po' difficile.
Dopo tanto tempo di inattività, come riprendere l'attività fisica dopo un infortunio, non bisogna strafare. Lanciarsi a capofitto in un'impresa troppo grossa può essere controproducente. Non si vedono i risultati in fretta e ci si scoraggia.
In più bisogna lasciarsi guidare dal cuore. Inutile riprendere con un lavoro promesso a qualcuno da anni se quel ricamo non ci stimola. Si rischia di far passare altri anni senza portare a termine nulla.

Oggi ho cercato di fare un po' il punto della situazione di tutti i miei lavori incompiuti. Si avvicina l'inverno, si sta a casa di più, magari per colpa di un'infreddatura che non ti farebbe schiodare dal divano neanche per tutto l'oro del mondo e poi si sta avvicinando il Natale. Quindi quale occasione migliore per riprendere ago e filo e rimettersi all'opera, ora che ho un po' più di tempo?
Ma scegliere su cosa mettermi a lavorare non è semplice. Dopo un pomeriggio passato tra schemi e ricami non ho ancora deciso cosa fare.
Finire un lavorone immenso, di cui mi manca veramente poco, che devo regalare? Mi piacerebbe togliermelo di mezzo e non pensarci più, ma è un soggetto che non ho mai amato, riprendere con quello mi farebbe venire solo l'ansia.
Riprendere il mio SAL natalizio, sperando di concluderlo in tempo per le feste? Forse.
O cominciare qualcosina di nuovo, di cui ho già tutto pronto, tanto per fare un lavoretto piccolo e semplice per rimettermi in marcia?
Sono ancora molto dibattuta.
Ho fatto un giro tra i blog, mi sono lustrata gli occhi con tante creazioni magnifiche, mi sono fatta tentare da qualche swap, ho curiosato tra le novità del punto croce.
Insomma, mi sono fatta una bella cura per riprendere l'entusiasmo creativo lasciato in sospeso.
Ci mediterò ancora un po', chissà che la notte non mi porti consiglio.
Intanto posto l'ultima foto che avevo fatto al mio SAL di Lizzie Kate, credo fosse la tappa di maggio o giù di lì.


Ero andata avanti di un altro flip, quindi sono a "fa-la-la as you decorate". Ma quest'estate in vacanza mi hanno rubato la macchina fotografica (con tutte le foto della vacanza GRRRRRR!!!) e quindi, in attesa che Babbo Natale me ne porti una nuova, non ho altro da pubblicare.

sabato 5 novembre 2011

Dalla bruma riappare la strega...

... che non era scomparsa ma solo rintanata nel suo antro a lavorare!
Sono stata "via" per mesi... non fisicamente, perché ero sempre dove sono ora, ma sono stata via con la mente e con il cuore. Indaffarata come non mai a realizzare un mio piccolo sogno.
Mi è stata data un'occasione e io ci ho messo tutta me stessa per realizzarla al meglio, lasciando da parte ago, filo, colori e tutto il resto.
E ora che ho "partorito" e consegnato il mio "bambino" in mani altrui mi sento un po' vuota. Sono stata per mesi tra libri e dizionari, sommersa da carte, appunti e post-it sparsi ovunque per non farmi scappare neanche una parola e adesso mi guardo in giro per casa e mi chiedo: da che parte comincio?
Per chi non lo sapesse... un anno fa ho lasciato un lavoro sicuro che però mi aveva portato alla depressione per riprendere le redini di un sogno iniziato e mai portato a termine. Mi ci sono ributtata a capofitto, credendoci con tutte le mie forze e finalmente ho colto il mio primo frutto. Ho ripreso a fare la traduttrice, un lavoro mal pagato, incerto, bistrattato eppure meraviglioso. E sono riuscita a tradurre il mio primo romanzo, che vedrà la luce l'anno prossimo.
Solo che ora, dopo mesi passati a digitare su una tastiera come una forsennata, per vincere la lotta contro la data di scadenza della consegna, mi sento veramente svuotata.
La casa è un disastro, sotto il letto non ci sono più gatti, ma tigri, ho ancora tutti i vestiti estivi da stirare e mettere via per il cambio di stagione, montagne di panni da lavare, strati di polvere in giro che per tirarli via non basta lo straccio ma ci vuole il badile... e non parliamo della valigia che ho usato per l'unica settimana di vacanza che mi sono concessa quest'estate... in parte è ancora da disfare.
Ma anche se il lavoro ha assorbito tutte le mie energie e mi ha lasciato il vuoto ora che non c'è più, sono felice. Felice come non ricordo di essere mai stata. Una felicità dovuta interamente alle mie capacità e alla mia costanza. E vabbè, anche a un pizzico di fortuna.
Molte creative che passeranno di qua forse non capiranno... ma forse invece sì. Perché è la felicità dovuta all'aver prodotto qualcosa con le proprie abilità, senza l'aiuto di nessuno.
E ora che ho finito devo riprendere da dov'ero rimasta. Ma con tutto il disastro che mi circonda e tutti i lavori da brava massaia che dovrei fare, non so da che parte iniziare. E così invece che tirar fuori l'asse e il ferro da stiro, o lo straccio e lo spazzolone, mi ritrovo a pensare ai miei lavori di ricamo lasciati in sospeso (a prendere polvere pure quelli!).
E penso che manca poco a Natale, e che vorrei almeno finire un ricamino prima delle feste.
Chissà, forse riempire il vuoto lasciato dal "mio" romanzo con le crocette è proprio quel che mi serve per ricaricarmi.